Colpisce la faciloneria con la quale SNAMI e FIMMG attribuiscono ai medici giovani o con poche scelte una condotta poco professionale se non addirittura illegale (DoctorNews del 18 maggio u.s.).

Sarebbe interessante sapere su quali dati si basano queste affermazioni. Il medico condannato per aver continuato la malattia di un suo assistito senza averlo visitato quanti cittadini aveva in carico ? E quanti assistiti avevano in carico i medici condannati in passato per prescrizioni compiacenti ?

Ma questi depositari della legalità quando hanno iniziato la loro attività hanno da subito avuto in carico 1500 assistiti? E parlano in nome dei propri trascorsi professionali quando, con posche scelte e ricattabili, pur di arrivare in breve tempo a massimale, non hanno esitato a compiacere le richieste, anche di generose certificazioni di malattia, che provenivano da cittadini poco onesti ?

Sarebbe facile ma altrettanto semplicistico rispondere a costoro che chi non effettua le visite mediche, in particolare quelle domiciliari, sono proprio quei medici che sono a massimale e che, oberati dalla burocrazia, non hanno il tempo necessario per svolgere l'attività clinica.

E' vero invece che i medici di famiglia, come tutte le categorie, nella stragrande maggioranza dei casi sono rappresentati da professionisti seri che svolgono con onestà e senso del dovere la propria attività indipendentemente dalla loro età e da quanti assititi hanno in carico.

La presenza di un'esigua minoranza che con le sue condotte poco edificanti getta discredito sull'intera medicina generale è un male da combattere, perchè oscura il lavoro quotidiano dei molti che con tanti sacrifici sono vicini con umanità e competenza ai cittadini: è noto come faccia più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Antonio Sabato

   

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