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Categoria: Notizie
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E' in discussione alla SISAC il nuovo ACN della Medicina Generale.

Ad onor del vero non si capisce l’urgenza di un nuovo ACN senza che sia stato prima discusso e attuato il PNRR con la prevista creazione della Casa della Comunità, dell’Ospedale di Comunità ed il rafforzamento delle cure domiciliari.

Vengono assurdamente rilanciate organizzazioni ormai vetuste come le AFT e le UCCP, con i loro capetti (i referenti) in maggioranza con casacca di appartenenza sindacale facilmente intuibile, pagati con risorse sottratte all’intera categoria, come vedremo meglio più avanti.

Prima dell’analisi tecnica dei punti salienti del documento, è doverosa una precisazione: a livello nazionale la FIMMG ha la maggioranza assoluta delle deleghe sindacali, pertanto la mancata sottoscrizione dell’accordo da parte delle restanti OO.SS. della Medicina Generale non impedirà l’approvazione dell’ACN.

I medici di famiglia devono sapere a chi ascrivere la responsabilità nello sciagurato caso in cui venga sottoscritto il nuovo ACN senza che siano state apportate alcune sostanziali modifiche, sia della parte normativa che economica.

 

PARTE NORMATIVA

L’art. 25 (Procedimento disciplinare), mutuato dal contatto della dipendenza, oltre ad essere per alcuni aspetti vessatorio, è estremamente pericoloso potendo procurare, in casi estremi, una perdita economica di circa 3.000,00 €.                

L’art.28 (Libera Professione), anche questo mutuato dalla dipendenza, pone delle limitazioni assurde ed illogiche, come il divieto di qualsiasi attività libero professionale durante gli orari di servizio. Basti ricordare, ad esempio, che le certificazioni per l’attività sportiva non agonistica e quelle per l’invalidità civile o l’inabilità lavorativa sono erogate in regime di libera professione per comprendere il pressapochismo di chi ha scritto quest’articolo. 

PARTE ECONOMICA

La carenza dei medici di medicina generale ha creato in molti colleghi delle aspettative, economiche e di qualità del lavoro, che sono state disattese. Sarebbe stato logico attendersi risorse aggiuntive sia per incentivare i medici di famiglia prossimi alla pensione a rimanere in servizio, sia per rendere più appetibile per i giovani il lavoro di medico delle cure primarie, ma così non è stato. E’ del tutto evidente che l’obiettivo della parte pubblica, al di là dei proclami, non è quello di investire sui medici delle Cure Primarie

Basta dare un’occhiata all’articolo 5 per rendersi subito conto della pochezza di questa proposta di rinnovo. L’articolo dovrebbe contenere gli incrementi rispetto all’ACN precedente, e la pagina è desolatamente VUOTA.

 

Nella sottostante tabella sono riportate le variazioni rispetto all’ACN del 2009

 

2009

 

 

QUOTA CAPITARIA

40.05

41.32

+ 1,27

COMPENSO AGGIUNTIVO ANNUO PER OVER 75

31.09

31.09

invariato

COMPENSO AGGIUNTIVO ANNUO PER UNDER 14

18.95

18.95

invariato

QUOTA CAPITARIA ANNUA D’INGRESSO

13.46

13.46

invariata

QUOTA GOVERNO CLINICO

3.08

3.08

invariata

QUOTA ANNUA MESSA A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI QUALE INCREMENTO CONTRATTUALE 1

0.811

0.81

decurtata

QUOTA ANNUA MESSA A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI PER OGNI ASSISTITO CON PAT. CRONICHE

0.20

0.20

invariata

QUOTA PER PRESTAZIONI AGGIUNTIVE (vaccini, medicazioni, etc)

 

 

invariata

ADP

18.90

18.90

invariata

ADI

18.90

18.90

invariata

 

 La “QUOTA ANNUA MESSA A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI QUALE INCREMENTO CONTRATTUALE” (0.81 €) è quella utilizzata fino ad oggi per finanziare la nascita delle nuove medicine di gruppo e di rete, il personale di studio, etc.

Parte di questa quota sarà utilizzata per la retribuzione dei referenti delle AFT e delle UCCP, di conseguenza ci sarà  una decurtazione che danneggerà la stragrande maggioranza della categoria a vantaggio di pochi fortunati “capetti”.

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Viene istituito il FONDO AZIENDALE DEI FATTORI PRODUTTIVI, alimentato dalla già citata QUOTA ANNUA MESSA A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI QUALE INCREMENTO CONTRATTUALE (0.81) e QUOTA ANNUA MESSA A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI PER OGNI ASSISTITO CON PAT. CRONICHE (0.20). Confluiranno quindi in questo fondo i compensi erogati per la medicina di gruppo e di rete, per il personale di studio (segretaria e infermiere), per l’indennità informatica.

Le risorse del fondo saranno utilizzate prioritariamente per salvaguardare il trattamento economico individuale dei medici che già percepiscono gli incentivi e le indennità rete/gruppo e personale di studio, ma il meccanismo individuato per la loro assegnazione è, a dir poco, cervellotico.

Supponiamo, ad esempio, che alla costituzione del fondo dei fattori produttivi un medico con segretaria abbia 1000 assistiti in carico. Come contributo per la presenza della segretaria percepirà 3.50 € per assistito all’anno, quindi 3500,00 €.

Se questo medico incrementasse il numero degli assistiti l’indennità per la segretaria rimarrebbe invariata (ad esempio qualora arrivasse a 1500 assistiti continuerebbe a ricevere 3500,00 €); al contrario se questo medico avesse un decremento del numero degli assistiti il suo compenso, rispetto alla indennità di partenza, diminuirebbe in relazione alla diminuzione del carico assistenziale.

Tutto ciò è francamente inaccettabile.

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 Un discorso a parte lo merita la QUOTA CAPITARIA ANNUA PER LA PONDERAZIONE QUALITATIVA DELLE QUOTE CAPITARIE.

Nel 2005, a seguito del rinnovo dell’ACN, fu deciso di non riconoscere ai medici di nuovo convenzionamento l’anzianità di servizio. Per medici già titolari d’incarico, l’indennità di anzianità di servizio venne trasformata in un assegno individuale non assorbibile; fu altresì concordato che tale assegno, col cessare dell’attività del medico, confluisse in un fondo all’origine di 3.08 € per assistito/anno, denominato fondo per la ponderazione qualitativa delle quote capitarie.

Ebbene, dal 2005 ad oggi, malgrado l’elevato numero di medici percettori dell’assegno individuale non riassorbibile che hanno cessato la propria attività, tale fondo è rimasto invariato.

Per sanare questa evidente violazione contrattuale, il SIMET ha intrapreso un’azione giudiziaria che vedrà il suo epilogo a Milano in Corte di Appello il 19 novembre p.v.

Per cercare di calmierare gli effetti di una probabile decisione favorevole per i medici da parte dei giudici, ecco la carognata inserita dalla parte pubblica in quest’accordo: “tale fondo è integrato con gli assegni individuali ….. resisi disponibili dalla cessazione del rapporto convenzionale di singoli medici fino alla durata del 31 dicembre 2009”. 

Se approvata, questa norma causerà una notevola diminuzione della massa salariale della medicina generale, andranno infatti persi gli assegni dei medici di medicina generale andati in pensione dal 2010 in poi.

 

E’ del tutto evidente che questa bozza di ACN deve essere respinta senza se e senza ma.

 

Antonio Sabato