Caro collega,
tra le motivazioni dello sciopero al primo posto c‘è la
apertura dei tavoli di contratto e convenzioni, non a costo zero, per valorizzare, dopo 6 anni di blocco, la fatica e la responsabilità del lavoro professionale, strumenti di governo ed innovazione e sedi di cambiamenti.
Il Governo, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, ha stanziato una miseria per l’incremento dei contratti della Pubblica Amministrazione che porterebbe ad un aumento di stipendio mensile di appena 5 € lordi.
Siamo consapevoli delle difficoltà economiche del Paese ma i medici, dopo 6 anni di blocco della retribuzione, non possono essere mortificati da un incremento salariale talmente basso che assume il significato di una provocazione.
Il futuro della nostra categoria è nelle nostre mani: se sapremo dare un segnale forte il Governo non potrà fare a meno di ascoltarci, in caso contrario continuerà a prenderci a pesci in faccia.
Lo sciopero comporta un sacrificio economico ma non scioperare potrebbe comportare un sacrificio ancora maggiore: la perdita definitiva della nostra credibilità di categoria in grado di unirsi e combattere in difesa dei propri diritti.