Riportiamo l'intervista rilasciata a Doctornews dal Segretario Generale dello SMI, assolutamente condivisibile.

«Veniamo paragonati alle piccole imprese con imposizioni fiscali come l'Irap, e il 730 precompilato, e con interventi, come con l'obbligo del Pos, che strozzano il lavoro di medici che operano al servizio della sanità pubblica, oltretutto facendo l'ennesimo regalo alla banche. Nel frattempo, le trattative per il rinnovo delle convenzioni rimangono bloccate e i costi sulle nostre spalle aumentano esponenzialmente» così il segretario generale Smi Pina Onotri commenta gli ultimi interventi del Governo nei confronti della Medicina generale definiti «campagna vessatoria» Ma al di là delle ultime trovate fiscali e burocratiche, sottolinea la nota, lo Smi contesta «la filosofia di fondo dell'Esecutivo Renzi sulla sanità pubblica, a maggior ragione dopo l'approvazione dell'ultima Legge di stabilità: «Ad oggi - continua Onotri - riusciamo, a spese nostre e con i nostri sacrifici, ad assicurare un'assistenza adeguata e un'accoglienza dignitosa ai nostri pazienti, ed è più di quanto faccia lo Stato nei confronti dei suoi cittadini: basti pensare alle condizioni in cui versano molti ospedali, alla costante demolizione di prestazioni anche per malattie serie come quelle oncologiche. Un esempio su tutti, balzato all'attenzione della cronaca sui dati dell'Iss: nella terra dei fuochi il più grande ospedale di Caserta di fronte a una situazione, oltremodo, allarmante di incidenza di tumori, a posti-letto insufficienti e oncologi con carichi di lavoro improponibili».

«Il dibattito sui problemi della sanità - aggiunge il segretario generale Smi - non può essere ricondotto solo a politiche di tagli e all'impropria distribuzione di meri carichi burocratici, mentre si fanno sempre più stringenti e mostruose le conseguenze di queste scelte sull'attività quotidiana dei medici e sui cittadini. Si assiste da troppo tempo a un balletto preoccupante sulle competenze professionali sanitarie, sul demansionamento del lavoro medico, anche grazie alle Regioni e alla nefasta riforma del titolo V, ma anche per progressiva riduzione degli stanziamenti per il settore, tutti fattori che sembrano essere la premessa di un processo di privatizzazione della sanità». «Tutto ciò - conclude Onotri - in assenza di un chiaro dibattito politico, perché elettoralmente non conveniente. Se il governo non vuol dar conto ai medici di queste scelte, sicuramente ne darà conto agli elettori».

   

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