XXVII Congresso Nazionale S.I.Me.T. - FASSID Area S.I.Me.T. nella Riviera del Conero: Mauro Mazzoni confermato alla guida del sindacato
Si è concluso ieri a a Civitanova Marche con un intervento del Sottosegretario alla Giustizia Sen. Federica Chiavaroli il congresso dei medici del territorio.
La senatrice Chiavaroli ha ribadito l’importanza della rappresentanza sindacale alla luce delle affermazioni apparse sui media due giorni fa. Il Congresso, cui la Ministra Lorenzin ha voluto far arrivare un indirizzo di salutiìo ha confermato per acclamazione Mauro Mazzoni alla guida del sindacato per il prossimo quinquennio.
Nella relazione del Segretario Nazionale Mazzoni largo spazio alla partita dei rinnovi contrattuali per medici dipendenti e convenzionati, argomento che vede il fermento di tutte le organizzazioni sindacali dopo il recente incontro col Comitato di settore e la riunione per l’ACN. “L’obiettivo è ottenere migliori garanzie per tutti, non essere un sindacato elitario fuori dalla realtà. Dagli aumenti salariali ai turni di lavoro, dagli scatti di carriera alle tutele assicurative, senza dimenticare i capitoli giovani, precariato e l’esigibilità del contratto. Questi sono gli ostacoli che dovremo affrontare nei prossimi mesi in vista di un rinnovo contrattuale atteso da otto anni. Per farcela lo sforzo deve essere collettivo e da parte nostra non possiamo che indicare la via della coesione e dell’unità intersindacale. Gli steccati non servono. Molto meglio cercare ciò che ci unisce sempre nel rispetto delle differenze. A maggior ragione, oggi, alla vigilia di un difficile rinnovo contrattuale che, per la prima volta, vede un tavolo negoziale diverso da quelli precedenti e che coinvolge, innovativamente, Dirigenza Medica e Dirigenza Sanitaria”.
La strada dell’unità sindacale dunque per Mazzoni l’unica via perseguibile per affrontare le sfide autunnali della contrattazione, e gestire l’opposizione a qualunque taglio ulteriore ai fondi della sanità. Ma nella relazione anche lo spazio per una riflessione sul sindacato e sull'esigenza di riscoprirne i suoi antichi valori. Valori richiamati anche nella Mozione conclusiva, che indica i passi da seguire nella difficile tornata contrattuale.
Il TAR della Lombardia ha respinto la richiesta del SIMET ed altri sindacati di sospensione della delibera regionale X-6551 del 4 maggio 2017
Con ordinanza n. 01553/2017 del 14 settembre 2017 il TAR della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensione della delibera regionale X-6551 del 4.5.2017 richiesta dal SIMET ritenendo che "non sono stati evidenziati sufficienti elementi in termini di pregiudizio grave ed irreparabile da parte dei ricorrenti (sia per il medico di medicina generale sia per l’organizzazione di categoria) derivante immediatamente dal nuovo modello organizzativo della presa in carico dei pazienti cronici e/o fragili, anche tenuto conto che: - il medico di medicina generale può scegliere se aderire o meno al nuovo modello assistenziale; - i pazienti sono liberi di scegliere il nuovo modello organizzativo ovvero di continuare con il modello assistenziale pregresso, di talchè il paventato pregiudizio di una deminutio del ruolo del medico di medicina generale è allo stato solo ipotetico".
Nell'ordinanza però il TAR ha anche precisato che "impregiudicata ogni questione in rito, la complessità delle questioni non si presta ad essere deliberata in sede cautelare".
Nel linguaggio giuridico significa che, essendo le questioni poste molto complesse, il TAR non ha ritenuto di entrare nel merito in sede di richiesta di sospensiva e che la decisione di respingere la sospensione della delibera non pregiudica in alcun modo il giudizio di merito, aperto ancora a qualsiasi esito.
Questa ordinanza di fatto lascia per il momento le cose come sono, il ricorso non è stato respinto ma il giudizio di merito solo rimandato, essendoci già in calendario altri ricorsi in cui non era stata chiesta la sospensione cautelare della delibera.
Su doctorNews del 15 settembre 2017 l’assessore Gallera ha dichiarato “il TAR della Lombardia ha respinto tutte le 5 richieste di sospensiva ….. confermando l’assoluta legittimità e correttezza della riforma sanitaria messa in campo dalla Regione Lombardia”.
Dopo aver fornito dati non veritieri sull’adesione dei medici di medicina generale alla riforma sanitaria, l’assessore Gallera continua con la sua opera di propaganda basata su una interpretazione dei fatti fantasiosa e irrispettosa di quanto scritto nell’ordinanza del TAR: da un uomo delle Istituzioni sarebbe lecito attendersi un comportamento diverso ma in Lombardia forse pretendiamo troppo.
Corriere della Sera: dati palesemente inesatti sull'adesione dei medici alla riforma sanitaria lombarda
Il Corriere della Sera nell'edizione del 2 agosto 2017 nella pagina “Milano/Cronaca” ha pubblicato un grafico riportante dati forniti dalla Regione Lombardia palesemente inesatti.
In questo grafico i medici di famiglia lombardi risultano essere 5364, mentre in realtà sono 6450, 73 in meno rispetto ai dati ufficiali riferiti al 2013.
ATS della Lombardia | Medici di famiglia |
ATS Milano Città Metropolitana | 2160 |
ATS Brescia | 730 |
ATS dell'Insubria | 1318 |
ATS Pavia | 350 |
ATS Brianza | 707 |
ATS della Montagna | 218 |
ATS Bergamo | 684 |
ATS Val Padana | 284 |
TOTALE | 6450 |
I pediatri di libera scelta sono 1200, complessivamente quindi i medici che avrebbero potuto aderire alla riforma sanitaria sono 7650.
Sempre secondo i dati forniti dalla Regione, le adesioni a tutt’oggi sono pari a 2393, ovvero una percentuale inferiore al 32% del totale dei medici e non pari al 45% riportato nel grafico.
Una quota quindi nettamente minoritaria di medici, tant’è che l’assessore al welfare della regione Giulio Gallera ha deciso di posticipare il termine ultimo per l’adesione alla riforma, fissato inizialmente per il 31 luglio, al 30 settembre.
Le ultime dichiarazioni dell’assessore Gallera somigliano sempre più ad un’esternazione di desideri che non ad un’analisi oggettiva dei fatti, ma non sarà certamente l’illusione che il TAR abbia respinto la sospensiva della riforma o il sogno di un’adesione al 45% che metteranno la Regione al riparo dal fallimento di un progetto che, contrariamente a quanto pubblicamente sbandierato, lede profondamente la dignità professionale dei medici di famiglia.
Aggiornamento dell'atto di indirizzo per la medicina convenzionata (luglio 2017): numerose criticità lo rendono inaccettabile
6 giugno 2017: Fimmg, Fimp e Sumai chiedono la revisione dell’Atto di Indirizzo perché “risulta carente su dinamiche proposte dai nuovi atti legislativi e di programmazione intervenuti successivamente, come:
- La Legge Madia sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego, dove prevale un meccanismo di ricompensa connessa alla meritocrazia e un nuovo ruolo del contratto con una sua elasticità anche rispetto a norme di legge che non abbiano previsto la non derogabilità;
- I nuovi LEA, il nuovo Piano Nazionale Vaccini e il Piano della Cronicità, che di fatto condizionano il sistema sanitario e affinano la nostra offerta assistenziale condizionano gli ACN che diventano la sede di una delle risposte alla domanda di prestazioni in essi contenuta riaffermando che solo le cure territoriali possono gestirle in maniera diffusa sul territorio e quindi vicino ai cittadini;
- La legge finanziaria 2017 che nello sbloccare la parte economica dei rinnovi contrattuali ha dato le gambe ai valori espressi dalla Corte Costituzionale nella sentenza sull’illegittimità costituzionale del blocco dei contratti per il pubblico impiego”.
17 giugno 2017: nella mozione finale FIMMG del congresso nazionale di Bari viene ribadita la necessità di definire al più presto un nuovo atto di indirizzo.
10 luglio 2017: L'Intersindacale dei medici della medicina generale (FIMMG, INTESA SINDACALE, SMI e SNAMI), richiede un nuovo atto d’indirizzo sempre con le stesse motivazioni.
27 luglio 2017: pubblicazione della nota di aggiornamento dell’atto di indirizzo per la medicina convenzionata 2014 – 2016.
Sembrerebbe una cavalcata trionfale, dove i sindacati della medicina generale, finalmente uniti, nell’arco di nemmeno 2 mesi ottengono una risposta alle loro richieste corredate peraltro da minacce di scioperi e iniziative di lotta di vario tipo.
Ebbene, cari colleghi, io la penso in maniera diversa, il nuovo atto di indirizzo senza modifiche sostanziali è inaccettabile.
Il Presidente del Comitato di Settore Regioni- Sanità, da cui è stato licenziato il nuovo atto di indirizzo, è Massimo Garavaglia, assessore alll’Economia della Regione Lombardia.
Il nuovo atto d’indirizzo somiglia tremendamente alla legge di riforma della sanità lombarda fortemente voluta dall’assessore Gallera, suo collega in giunta e di partito (Lega Nord).
La FIMMG e il SUMAI, conviti sostenitori della riforma lombarda, saranno probabilmente soddisfatti del nuovo atto di indirizzo, ma gli altri sindacati, in particolare il SIMET, lo SNAMI e lo SMI, che contestano la legittimità della riforma davanti al TAR della regione Lombardia, non credo possano essere dello stesso avviso.
Siamo di fronte ad un copione già visto più volte negli ultimi anni: il tentativo di imporre per legge incombenze e carichi burocratici che la maggior parte dei medici di famiglia mostra di non gradire, come dimostra la scarsa adesione (inferiore al 25%) dei medici lombardi alla riforma.
Il nuovo atto di indirizzo apre anche ad un incremento del massimale e del rapporto ottimale. Ancora una volta si pensa di incrementare i guadagni dei medici non con la rivalutazione della quota capitaria, divenuta ormai ridicola è offensiva per la dignità professionale, ma aumentando il numero degli assistiti in carico che inevitabilmente posticiperà l’ingresso dei giovani medici nella medicina generale: è giunto il momento che questi colleghi si rendano conto del comportamento ipocrita di chi sostiene di averne a cura il destino professionale, ne traggano le inevitabili conclusioni e si comportino di conseguenza.
Il SIMET non starà inerte ad osservare gli eventi: nel nostro ricorso al TAR non ci siamo limitati a mettere in evidenza le innumerevoli violazioni di leggi di rango superiore che la riforma contiene, abbiamo anche avanzato il dubbio sulla costituzionalità della legge stessa.
Non sarà certo un atto di indirizzo “ad hoc” che fermerà la nostra battaglia per la legalità e la difesa degli interessi della stragrande maggioranza dei medici di famiglia e dei cittadini.